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Si è svolto giovedì 10 febbraio a Montemonaco l’evento di conclusione del progetto interdiocesano “Le radici del Futuro”, sostenuto da Caritas italiana a favore dei territori colpiti dal sisma del 2016. Le parole chiave dell'iniziativa sono state: comunità, ascolto, famiglie, anziani, giovani e ragazzi, lavoro e collaborazione in rete.
Nel progetto sono coinvolte tre Diocesi: quella di Fermo, di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto. Il progetto vuole dare una testimonianza concreta di vicinanza della Chiesa che, insieme agli enti territoriali, ha voluto dare un contributo e un sostegno ai territori colpiti dal sisma (e successivamente dal Covid).
L’incontro si apre con il caloroso saluto del Sindaco di Montemonaco, la dott.ssa Francesca Grilli, che ringrazia sentitamente le tre diocesi presenti e la Caritas: “Ci siete stati vicini con molto tatto e sensibilità in un momento particolarmente difficile, quello del terremoto, e poi di nuovo con la pandemia. Già prima di questi avvenimenti, stavamo affrontando problemi come lo spopolamento e la mancanza posti di lavoro e servizi, ma voi ci avete offerto un sostegno non solo economico ma sociale”. Dopo un toccante racconto dell’esperienza del terremoto di Don Luca Rammella parroco di Comunanza, Force, Montemonaco, che ha ricordato il punto di partenza del progetto, si entra nel vivo dell’incontro con gli interventi di presentazione delle attività realizzate, che si sono sviluppate in quattro macro-azioni:
- ascolto e mappatura dei bisogni da un lato, ma anche delle potenzialità e di idee di ripartenza;
- attività di formazione per volontari ed operatori, che sono state progettate insieme dalla cabina di regia interdiocesana e sviluppata nei territori;
- attività educativa, sostegno alle fragilità e promozione delle azioni per lo sviluppo del territorio (attività di aggregazione per ragazzi e famiglie, attività di sostegno agli anziani, interventi nel campo del lavoro per giovani e adulti disoccupati);
- sviluppo collaborazione in rete tra le tre Diocesi e con gli enti e le associazioni del territorio, con i Comuni e le Istituzioni del territorio.
Stefano Castagna, coordinatore del progetto per la Caritas Diocesana di Fermo, si sofferma sull’importanza del progetto per le aree colpite dal terremoto: “Si tratta di aree montane e pedemontane che avevano subito delle severe trasformazioni già prima del terremoto. La Caritas si è impegnata fortemente per far emergere anche punti di forza in mezzo alle criticità, e lo ha fatto tramite l'ascolto del territorio e con la presenza dei gemellaggi, dedicando molto tempo alla mappatura e alle verifiche periodiche.". Le iniziative promosse dalla Caritas di Fermo hanno riguardato anziani, famiglie, giovani e ragazzi, che sono quelli hanno avuto risentito maggiormente del terremoto e poi dell'emergenza sanitaria. È stata anche rafforzata l'azione dei centri di ascolto Caritas e l'impegno per favorire l'inserimento nel mondo del lavoro di giovani e adulti.
Nella seconda parte dell’evento, vengono presentate alcune testimonianze per raccontare le attività realizzate nelle singole Diocesi, con la voce dei protagonisti.
La Caritas di Fermo ha presentato tre iniziative: “Il baule dei sogni”, “Photovoice Corridonia 4.0” e le attività di supporto per l'inserimento lavorativo dei giovani.
“Il baule dei sogni” nasce dalla volontà di stimolare i giovani del territorio a pensare al proprio futuro. L'idea di partenza è quella di sostenere i giovani nel proprio percorso di crescita. Il progetto ha coinvolto dodici giovani che hanno realizzato i propri sogni, che siano semplici come prendere la patente oppure un po’ più grandi. Come quello di Edoardo, che in un video spiega come il progetto lo abbia aiutato a partecipare a un corso per diventare guida ambientale escursionistica, in modo da permettergli un’abilitazione per svolgere il lavoro dei suoi sogni.
A spiegarci “Photovoice Corridonia 4.0” è Giovanni Di Girolamo. Attraverso un video di presentazione, il ragazzo ha spiegato l’idea di utilizzare la fotografia per conoscere il territorio e rilanciare delle idee nate proprio in quel luogo. Il Photovoice è una metodo sociale di coinvolgimento attivo stimolando l'osservazione e riflettendo la realtà, da un lato, ma stimolando anche il cambiamento. Questo progetto è stato presentato a Caritas Europa ed è uno dei due progetti italiani inseriti nel Festival dell'Innovazione.
Arriva poi il momento di Marco Malaccari, animatore di comunità del progetto Policoro dell'Arcidiocesi di Fermo. Il tema principale è quello del supporto dei giovani nell'inserimento lavorativo e nella crescita in ambito professionale. Policoro è stato fondamentale per la rilevazione delle criticità in ambito occupazionale nel territorio, e proprio nel particolare contesto del Covid ha dimostrato la sua efficienza e necessità. Sono stati realizzati percorsi di orientamento di gruppo e individuali e sono stati attivati dodici tirocini: otto per i giovani e quattro per gli adulti, ed altri sono partiti proprio in questi giorni. “Tra il 2020 e 2021 abbiamo incontrato circa trenta giovani provenienti dalle aree del cratere e abbiamo favorito l’assunzione diretta di dieci di loro” dichiara orgogliosamente Marco.
È il momento della tavola rotonda, a cui hanno partecipato i tre vescovi delle tre diocesi impegnate nel progetto: Mons. Rocco Pennacchio (vescovo delle Diocesi Fermo), Mons. Carlo Bresciani (vescovo della Diocesi di San Benedetto-Ripatransone-Montalto) e Mons. Giampiero Palmieri (vescovo della Diocesi di Ascoli Piceno).
Mons. Pennacchio non ha perso tempo per ringraziare l’enorme lavoro della sua diocesi e delle altre presenti e ha successivamente introdotto l'importanza del concetto di continuità: “Dobbiamo fare nostro il concetto di continuità, almeno fino a quando dura l’emergenza. È proprio per questo che ritengo fondamentali sostenere progetti di promozione del lavoro, soprattutto, per i giovani: agire in questa direzione significa porre delle premesse. È emozionante vedere i giovani realizzare i propri sogni ed è soddisfacente vederli entrare nel mondo del lavoro grazie all’aiuto dei progetti della diocesi. Le radici del futuro vanno continuate, non deve essere un episodio sporadico, ma deve diventare il nostro modo di essere e di agire”.
In conclusione, la nuova direttrice della Caritas di Fermo si è soffermata su quanto sia importante lavorare insieme. Secondo Barbara Moschettoni, la pandemia come anche l'evento del terremoto ha evidenziato l'importanza della collaborazione. “Attraverso l'azione dei volontari e le donazioni di tanti, le comunità in questo periodo di difficoltà hanno sentito una presenza vicina; c'è stata una spinta a camminare insieme, a fare e sentirsi squadra”.
Concludendo il suo intervento, ricorda che questo è vero scopo del progetto ed è anche il metodo per continuare l'azione nei prossimi mesi.