"Mi sono reso conto che la Caritas è una famiglia." L'intervista al diacono Ronny - 2° parte

Data di pubblicazione: 23 Giugno 2025

 

Prosegue l'intervista al diacono Ronny che da qualche mese sta dedicando parte del suo tempo a servizio della nostra Caritas.

> LEGGI LA PRIMA PARTE DELL'INTERVISTA

 

Quella che stai facendo sembra un’esperienza molto articolata.

Si, nella mia esperienza ho visto che la Caritas si occupa di aiutare, ma non solo il povero che ha bisogno di un pasto caldo: il ruolo della Caritas è principalmente educativo. L’attività che si fa non è fine a se stessa, le persone che vengono aiutate vengono anche accompagnate in un percorso di educazione all’autonomia, affinché possano effettivamente uscire dalla loro condizione di disagio e tornare ad avere una vita dignitosa. 

Questo è possibile come dicevo anche grazie alle collaborazioni con le parrocchie, con gli altri Uffici pastorali, gli Enti pubblici (i Servizi Sociali, il Comune, il Carcere, le Scuole, la prefettura,  ecc).  E’ bello vedere che si cammina insieme e si è uniti, con i servizi ma anche con le realtà religiose come i parroci, le monache benedettine, i sacerdoti…

 

A livello umano invece come ti stai trovando?

Mi sono reso conto che la Caritas è una famiglia, davvero. Dalle persone che sono qui, operatori e volontari, fino alle persone che vengono accolte, tutto è mosso dalla volontà di esserci, un’umanità che viene fuori anche in quelle situazioni che a volte sono difficili da gestire. 

 

Cosa ti piace di questo “impegno”, cosa ti porta a continuarlo nel tempo?

Mi piace perché ne giovo molto anche a livello spirituale. Di fatto sto vivendo la realtà concreta dell’aiutare il prossimo. Questo si riflette quando, nel mio ruolo di diacono e quando sarò sacerdote, parlo alla comunità. E’ importante essere informato su cosa fa la Caritas ed essere vicino agli ultimi, anzi direi che è vitale per un sacerdote. Mi piacerebbe poter continuare la mia esperienza in Caritas nelle forme in cui ciò può essere possibile nel mio prossimo futuro.

 

Quale utilità hanno i beneficiari delle attività che svolgi?  

Vedo che le persone ricevono non solo un aiuto concreto, ma anche un sostegno forte a livello umano. Anche se a volte le lamentele non mancano, se c’è anche qualcuno che si arrabbia, alla fine tutti sono grati per l’aiuto e l’attenzione che gli vengono dati. E' importante  avere qualcuno che li accompagna nella gestione dei loro problemi. Vedono la Caritas come un porto sicuro, una mano che li sorregge in una quotidianità segnata da difficoltà che, spesso, li rende sfiduciati verso la vita.

Questo l’ho capito in una situazione in particolare, quando un pomeriggio ho aiutato un ragazzo che stava scontando alcune ore di lavori socialmente utili pulendo il giardino del seminario. Lui ha spesso dei rapporti burrascosi con il suo assistente sociale: di base lui non ha una carattere calmo. Ma in quell’occasione si è aperto con me parlandomi delle sue difficoltà, dei suoi problemi e del suo trascorso. Mi ha detto che riconosce di essere spesso pesante con gli altri ma che è molto grato del grande aiuto che l’assistente gli sta dando e di ciò che stiamo facendo per lui. Questa sua apertura dimostra quanto l’essere vicino all’altro, con amore e senza giudizio, sia importante. 

Partecipando all'equipe sono stato coinvolto anche nelle attività formative e collaboro in particolare nella preparazione degli incontri di riflessione e di preghiera periodici, come ad esempio il ritiro di Quaresima.