"Di fronte all’indifferenza noi cerchiamo di proporre l'accoglienza" - Intervista alla Caritas di Porto Potenza

Data di pubblicazione: 21 Luglio 2025

Ciao Anna, presentati.

Sono Anna Maria Rossi, di Porto Potenza, parrocchia Sant’Anna. Insieme ad Annalisa Camilletti e Ivana Verdicchio, da circa due anni, siamo responsabili della Caritas parrocchiale. 

 

Come sono strutturate le attività in Caritas?

La Caritas parrocchiale svolge diversi servizi:

> Il centro di ascolto “Il dono”, aperto nel 2017 (anno della misericordia), che ha come obiettivo principale quello di accogliere, accompagnare e tracciare percorsi insieme a chi si rivolge a noi per risolvere o almeno affrontare alcuni bisogni.

La nostra attenzione è rivolta soprattutto ad abbattere il muro della solitudine: constatiamo sempre che la solitudine rappresenta la sofferenza maggiore, determina depressioni e, a volte, disperazione.

Fanno parte del centro di ascolto 6 persone che si sono preparate per questo compito.

 

> La distribuzione degli alimenti una volta al mese. I nostri pacchi non possono coprire la spesa di una settimana per una famiglia, sono un piccolo supporto nei confronti delle necessità, ma non per questo sono poco desiderati. 

Le persone che vengono a ritirare il pacco aumentano costantemente da alcuni mesi. Non accade più, come succedeva qualche tempo fa, che delle famiglie che avevano risolto le proprie difficoltà non passassero più a ritirare il pacco, anzi abbiamo avuto il ritorno di alcune persone che da qualche anno non venivano più. E’ vero che non tutti i mesi tutte le 120 famiglie iscritte vengono, ma ogni mese distribuiamo circa 100 pacchi. Le famiglie per la maggior parte hanno un “lavoro povero”, con il quale non riescono a pagare gli affitti, le bollette ecc. Inoltre, ci sono diverse disabilità, anche queste in aumento, con pensioni minime.

I pacchi vengono distribuiti uno alla volta e facendo scegliere gli alimenti: questo ci permette di dare un tempo all’ascolto delle preoccupazioni o dei miglioramenti delle famiglie.

 

> Distribuzione del vestiario, biancheria e piccoli suppellettili per la casa: questo servizio viene svolto una volta alla settimana, al mattino, con l’aiuto di alcuni volontari per le distribuzioni. Anche in questa occasione cerchiamo di ascoltare i bisogni e stabilire relazioni con chi dona.

 

> Doposcuola per i bambini che hanno bisogno di essere seguiti: anche questo servizio è scaturito dall’ascolto dei bisogni delle famiglie. Il doposcuola esiste da 6/7 anni anche perché a Porto Potenza non c’è più nessun centro educativo.

Siamo in contatto con le scuole e con le insegnanti per poter personalizzare al massimo gli interventi, perché quasi tutti i bambini hanno percorsi difficili. I bambini sono pienamente inseriti anche in oratorio, tanto che alcuni di loro quest’anno hanno frequentato il grest.

 

> Circa 8 anno fa è nata anche la scuola per adulti come esigenza di alcune donne senegalesi (e non solo) di imparare l’italiano. Man mano si è formata una classe ed è stata affidata alla scuola statale per adulti come corso di prima alfabetizzazione. Comunque negli anni in cui non riusciamo a fare una classe, noi siamo disponibili per chi non può frequentare a Civitanova o a Porto Recanati. 

Questa scuola è nata grazie anche a Luigi Marconi, persona molto sensibile, che da sempre accompagna la vita degli immigrati. Ha segnalato questa esigenza e ci ha coinvolti in questo servizio: gliene siamo grati perché la scuola permette a noi e a chi la  frequenta di conoscere meglio le storie, di stabilire relazioni aldilà di ogni differenza ed è di grande supporto per l’integrazione.

 

 

Com’è costituito il gruppo di volontari della Caritas?

Il gruppo di volontari della Caritas è costituito da 6 signore ed una giovane di 19 anni che, aldilà dello studio, ha espresso il desiderio di comprendere il mondo dei bisogni della comunità e ci sta aiutando. Ci sono anche 5 uomini che accorrono ad ogni bisogno, 3 di loro fanno il servizio anche nella distribuzione ed uno presta servizio anche al centro di ascolto. 

Per il doposcuola siamo circa 8 e finora abbiamo avuto il supporto dei giovani del Servizio Civile. Ci alterniamo nei tre giorni in cui il doposcuola è aperto; 2 signore che all’inizio lavoravano solo nel doposcuola ultimamente si sono messe a disposizione anche della Caritas.

 

Come siete arrivate a fare il vostro servizio?

Come abbiamo detto sopra, il centro di ascolto “il dono” esiste dal 2017. Nel momento in cui la Caritas parrocchiale ha avuto bisogno di nuovi responsabili, è stato quasi naturale che il parroco si sia rivolto a chi nell’ascolto dei bisogni già lavorava. Sapevamo che l’impegno era forte, emergeva già dagli ascolti fatti, per cui abbiamo deciso in tre responsabili, mantenendo l’aiuto di tutti quelli che c’erano prima nelle modalità che loro stessi volevano.

 

Cosa vi piace di questo impegno? Cosa vi porta continuarlo nel tempo?

Pensiamo che, se abbiamo avuto la fortuna di confrontarci con la parola, noi cristiani non possiamo fare a meno di dedicarci al servizio dei fratelli.

Questo non scaturisce da un senso del dovere, ma è un’esigenza del nostro essere. Le nostre strade si sono incrociate ora, ma ognuna di noi l’aveva già intrapresa: qualcuno per interesse personale, altre per professionalità. Abbiamo un grande maestro, di cui tutti sperimentiamo la dolcezza e la cura per ognuno di noi e che continua ad indicarci la strada da seguire. Di fronte all’indifferenza noi cerchiamo di proporre “l’accoglienza”, sempre nei nostri limiti.

 

Quali sono i benefici per chi viene da voi?

Soprattutto sapere che non sono soli ad affrontare le difficoltà della vita: sanno che non sempre abbiamo soluzioni, ma che le cerchiamo insieme anche con l’aiuto di persone esperte.

 

 

Ci sono obiettivi che vi date per portare avanti tutte le attività, ed in generale il vostro servizio? 

L’obiettivo principale che ci proponiamo è quello di creare occasioni di conoscenza, di sensibilizzazione e di abbattere, per ciò che si può, i muri dell’indifferenza, spesso dovuti alla non-conoscenza e a pregiudizi. 

Per questo, in questi anni, abbiamo pensato a vari eventi, per dare occasione di incontro e di conoscenza alle persone che compongono la nostra comunità e che vivono momenti non semplici.

Ormai da tre anni, durante il periodo di avvento, ad esempio, coinvolgiamo la comunità nel preparare un pacco-dono per le famiglie di cui descriviamo le caratteristiche.

Raccontiamo storie che scopriamo e prepariamo il report della Caritas dando l’opportunità a chi vuole, di parlarne insieme, di raccogliere idee.

Quest’anno poi, in cui abbiamo avuto la contingenza particolare di dover accompagnare due famiglie completamente sprovviste di sussidi, abbiamo proposto ad amici e conoscenti  di fare una catena a sostegno dei due progetti versando la cifra che vogliono, ma per tutti i dodici mesi. Questa proposta, che era partita come una nostra esigenza di avere qualche contributo, si sta trasformando, in realtà, in un desiderio di conoscere e di partecipare, cosicché le persone stesse stanno coinvolgendo alcune amicizie. Non è molto a livello economico, ma è molto bello per l’interesse che suscita. 

All’inizio della stagione estiva organizziamo la festa dell’interculturalità: quest’anno è stata la seconda edizione, dal titolo “Cose d’altro mondo”. Sono coinvolte tutte le etnie, le associazioni parrocchiali, le associazioni culturali e sportive nella preparazione dei cibi e delle attività della festa, come musica, danze, giochi, laboratori e preghiere per la pace di ogni religione.

Quest’anno abbiamo avuto la presenza anche di Emergency, che nei giorni precedenti ha realizzato un video e delle foto nel palazzetto del Comune in cui ci hanno invitato a raccontare anche le nostre storie. I 15 volontari di Emergency hanno realizzato inoltre un laboratorio facendo costruire le lampade della pace.

In entrambe le edizioni la festa è stata realizzata insieme alle famiglie dei bambini che hanno frequentato  il grest, quindi è la festa dell’interculturalità e della chiusura del grest. Questo è un altro passo importante perché si realizzi la conoscenza e si pongano le basi delle relazioni. Tutto ciò che facciamo è pensato e condiviso con il nostro parroco don Massimo, che ci sostiene sempre.

In queste esperienze particolari sono coinvolti anche i giovani delle associazioni presenti in parrocchia e nell’oratorio, i quali, a volte, vogliono conoscere anche le altre attività. Durante l’anno sono impegnati con l’università, ma in estate e durante le feste dedicano a noi un po’ del loro tempo. Quest’anno abbiamo la gioia di avere nel doposcuola estivo la presenza di tre giovani volontari che non fanno parte dei gruppi parrocchiali ma che ci hanno voluto conoscere. Siamo molto contenti di questo e ne ringraziamo il Signore. 

Sono piccoli segni, ma anche queste sono carezze date dal Signore.