Obiettivi
Per l’anno 2014 proponiamo per tutte le Parrocchie e le Caritas esistenti il progetto “Fare Caritas” che ha come obiettivi:
1) la testimonianza della carità all’interno di ogni comunità parrocchiale;
2) l’attivazione dei centri di ascolto e l’animazione della carità;
3) la creazione di profondi legami tra tutte le Caritas presenti sul territorio;
4) ri-collocare la promozione e la responsabilità all’interno del contesto ecclesiale.
Linee guida
COME VORREMMO ATTUARE IL PROGETTO:
LINEE GUIDA
Il progetto, che è rivolto a tutte le parrocchie, unità pastorali e vicarie, si articola attraverso alcune linee-guida, che si potranno attuare con una certa linearità se viene coinvolta l’equipe della Caritas Diocesana. In tal senso:
1. CONTATTO – Il primo passo, semplice a dirsi, è quello di contattare il direttivo della Caritas Diocesana e tale compito è affidato al parroco o al Vicario Foraneo. Senza questo contatto, la Caritas Diocesana non potrà offrire il proprio servizio di sostegno.
2. TERRITORIO – Successivamente, insieme al parroco o ai sacerdoti dell’unità pastorale o della Vicaria si analizzerà il territorio e si potrà individuare quale tipo di Caritas, al livello organizzativo, è opportuno attivare anche in base all’estensione dello stesso: parrocchiale, interparrocchiale, di Unità Pastorale, di Vicaria, individuandone, laddove fosse necessario, anche il
sacerdote referente/assistente.
3. ANIMATORE – Dopo aver individuato il territorio e la Caritas corrispondente, le comunità parrocchiali, nella figura del parroco e del Consiglio Pastorale Parrocchiale, individuano uno o più “animatori per la carità”:
– nel caso della Caritas parrocchiale gli animatori individuati coincideranno con il gruppo Caritas della parrocchia stessa;
– nei casi in cui sono due o più parrocchie a collaborare (Caritas interparrocchiale, di Unità Pastorale, di Vicaria) si individueranno 1 o 2 animatori per ogni parrocchia che formeranno l’équipe/gruppo Caritas.
In entrambi i casi, l’animatore ha il compito di osservare il territorio, ascoltare il “grido dei poveri”, animare e sensibilizzare la comunità parrocchiale, intervenire attraverso la Caritas per sostenere i bisogni che emergono. Per tutti gli animatori per la carità è previsto un percorso formativo per prendere piena consapevolezza di sé in termini di funzioni e compiti.
4. COORDINAMENTO – Successivamente all’individuazione degli animatori per la carità e alla costituzione del gruppo Caritas, per ogni Caritas verrà nominato, tra gli animatori incaricati, un Coordinatore che avrà il compito di coordinare il gruppo e i vari servizi, e parteciperà al Consiglio di Caritas Diocesana. In questo modo il Consiglio sarà il punto di incontro tra il Direttivo Caritas Diocesana e le Caritas presenti nel territorio. Questo permetterà un dialogo “vero” sulle problematiche e sui fenomeni osservati nel territorio diocesano. Alla figura del coordinatore, la Caritas Diocesana offrirà tutte le competenze e gli strumenti necessari per svolgere il proprio compito.
5. VOLONTARIATO – Accanto alle figure degli animatori e del coordinatore, scopo principale della Caritas è di individuare e promuovere il volontariato sostenendone l’animazione, la promozione e la formazione.
6. CARTA PASTORALE – Sarebbe opportuno che ogni Caritas sviluppasse una “Carta Pastorale” dove vengono definiti gli obiettivi, le responsabilità, e i vari legami con il territorio.
7. ATTIVAZIONE CENTRI DI ASCOLTO / OSSERVATORIO – Una volta individuato il territorio di azione, indicati gli animatori per la carità, individuato il coordinatore della Caritas, e definita una “Carta Pastorale”, il primo intervento è l’attivazione del Centro di Ascolto, quale primo servizio al territorio ed espressione dell’attenzione delle comunità parrocchiali.
Il Centro di Ascolto è il cuore della Caritas. I servizi offerti dal centro sono:
– Ascolto e accoglienza
– Punto di osservazione delle povertà
– Animazione della comunità parrocchiale
– Identificazione dei bisogni, delle risorse e dei servizi per animare.
Il Centro di Ascolto segue il metodo Caritas: ascoltare, osservare, discernere per animare. Nel rispetto di questo metodo è possibile poi individuare alcuni interventi specifici o opere segno da attivare sul territorio diocesano (mense, dormitori, percorsi di reinserimento lavorativo, etc).
8. SERVIZI ALLA PERSONA/RISPOSTA AI BISOGNI – A questo punto, interviene come supporto organizzativo la Fondazione Caritas in Veritate, la quale assumerà la titolarità ecclesiale del servizio e affiderà la gestione dei servizi ad alcune associazioni individuate nel territorio e collegate con la Caritas Diocesana.